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Anthyllis – crema solare ecobio spf 20 – opinione e inci

La crema solare fluida spf 20 di Anthyllis (linea ecobio certificata ICEA della casa cosmetica Pierpaoli) è uno dei primi solari totalmente ecobio che utilizzo e di cui scrivo una recensione: sono stata attirata soprattutto dallo studio di ecocompatibilità che accompagna questo prodotto e ne attesta il livello massimo possibile di ecocompatibilità con l’ambiente marino, oltre che dalla rara chiarezza dell’etichetta, che mi ha fatto subito pensare ad una crema solare formulata da professionisti coi fiocchi.

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Trattandosi di una protezione media, la crema solare fluida Anthyllis ecobio è pensata per proteggere dai raggi UV le pelli già abbronzate o naturalmente scure; in generale promette di idratare e prevenire le scottature e l’invecchiamento precoce, favorendo al contempo un’abbronzatura dorata e uniforme.

Questa crema solare viene confezionata in tubo di plastica riciclabile opaca di colore arancione dorato, con tappo dosatore e chiusura a scatto. Il tutto è contenuto in un astuccio di cartone.
La confezione va agitata prima dell’uso e il prodotto che se ne preleva si presenta molto fluido ma al contempo estremamente vischioso, dal colore beige chiarissimo e con un profumo delicato e rilassante, molto simile ad alcuni prodotti per bambini che sembrano emanare nuvolette di coccole.
Può essere acquistata qui al prezzo di 18,60 per 125 ml. Se siete abituati ad acquistare solari saprete che un prezzo del genere è (purtroppo) perfettamente in linea coi costi dei solari di fascia media, considerando che la qualità, come potrete leggere dall’analisi dell’inci, è infinitamente superiore.

recensione d’uso

Ho ormai capito che la gradevolezza d’uso dei solari ecobio ad oggi difficilmente può essere paragonabile a quella di alcuni solari tradizionali che sembrano letteralmente svanire nel nulla appena applicati.
La crema solare spf 20 di Anthyllis va spalmata con una certa energia poichè una volta applicata sulla pelle si aggrappa rendendo difficoltoso spostarla da un’area all’altra, la sua consistenza somiglia molto a quella della vitamina E pura (non so se avete presente, è un olio densissimo e molto duro da lavorare, proprio vischioso).

Sir Alex non ne ha gradito molto la scarsa spalmabilità, e inizialmente neppure io, ma mi sono resa conto con l’uso che è proprio la sua consistenza a renderla molto resistente all’acqua nonostante non contenga ovviamente nè siliconi nè petrolati. La sua resistenza all’acqua è una qualità che ho apprezzato tantissimo e peraltro non è riportata in etichetta, ma posso testimoniare e garantire che per togliermela di dosso sotto la doccia ho spesso dovuto fare due passate di bagnoschiuma.
Questo significa che anche quando bisogna riapplicarla al mare è necessario fare attenzione ad essere perfettamente asciutti, perchè altrimenti scivola sull’acqua e sul sudore.
A proposito di sudore, come ogni crema water resistant che si rispetti, fa sudare un po’ più del normale.

Il finish invece risulta trasparente e un pochino lucido, non fa effetto bianco se non una vaga patina che si intravede solo ad una particolare inclinazione della pelle sotto il sole: insomma, risulta praticamente invisibile, molto più trasparente di tante creme tradizionali.
Dopo aver quasi ultimato la confezione usandola costantemente su pancia, petto, spalle e schiena, posso dire con sicurezza che protegge davvero bene sia dentro che fuori dall’acqua, senza dare alcuna sensazione di bruciore e senza dare alcun tipo di allergia o sensibilizzazione.

Sul viso resta un po’ troppo unta per la mia pelle grassa: non è tanto questione di lucidità, ma proprio di sentirla pesante sulla pelle. La sensazione non è peggiore di altre creme solari  sintetiche (tipo questa o questa), e anzi può essere un’ottimo idratante per chi ha la pelle secca o disidratata, io ho preferito utilizzarla maggiormente sul corpo.

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La base della crema solare media protezione Anthyllis è costituita da un’emulsione di acqua ed esteri, oli sintetici di origine vegetale, perfettamente biodegradabili, la cui natura è stata modificata in laboratorio per renderli più stabili all’ossidazione e quindi piú sicuri sotto al sole.
Tra questi spicca il primo attivo importante: l’olio di semi di Pongamia è un protettivo naturale dell’epidermide, che coadiuva l’azione dei filtri UV, in questo caso ossido di zinco e biossido di titanio, insieme ad orizanolo, estratto di carota e pongamol.

I filtri fisici (zinc oxide e titanium dioxide) a cui è affidata la protezione garantiscono un ottima difesa sia contro i raggi UVB sia contro i raggi UVA, per i quali è presente il simbolo. Nonostante in inci non sia stato dichiarato, posso affermare con relativa certezza che tali polveri sono in forma nano, vista la trasparenza del prodotto, ma anche che sono state rese sicure dal rivestimento in alumina riscontrabile nella lista degli ingredienti.

Altri attivi in formula sono: olio d’oliva, olio di riso, olio di cocco, olio di lino, olio di argan, olio di jojoba, vitamina E, olio di girasole e bisabololo. L’insieme forma un mix eccellente di idratanti, protettivi e antiossidanti.

È presente del profumo, che per alcuni allergici può essere un ostacolo insormontabile all’uso dei cosmetici, mentre per le altre pelli sensibili questa crema solare è stata testata sia dermatologicamente sia per il contenuto di metalli pesanti, tutti di quantità inferiore ad 1ppm.

opinione conclusiva

Abbiamo davanti un prodotto che compie la propria funzione in modo perfetto e, per quanto possibile, rispettoso per l’ambiente (purtroppo nessun prodotto solare è a impatto zero sull’ecosistema marino, ma ovviamente alcune creme sono meno inquinanti di altre).
L’unico difetto che le ho potuto trovare è la consistenza di cui vi ho parlato, che rende il prodotto scomodo da spalmare ma è al contempo utile in un’ottica di durata e resistenza.
Per la sicurezza e l’ampio spettro della protezione, per l’inci ineccepibile e per la funzionalità non posso che valutare la crema solare spf 20 di Anthyllis eccellente sotto ogni punto di vista. 10 e lode.

Dorothy 🌸

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